Caro Alberto, cara Alessandra,
grazie per avermi informato del vostro progetto di dedicare una mostra memorial a vostro padre di cui io ho un bellissimo ricordo. Ciò che state facendo è un dovuto riconoscimento alla sua persona e alla sua arte!
Al giorno d’oggi, purtroppo, questi riconoscimenti diventano sempre più rari perché non tutti hanno la voglia e il tempo di impegnarsi per organizzare ed allestire una mostra commemorativa: un memorial di così grande respiro. Ci vuole tempo e passione. Se non sono i figli o gli stretti parenti e appassionati d’arte che lo fanno, l’artista per quanto amato e apprezzato a suo tempo, finisce per essere dimenticato.
Ben venga dunque questa vostra iniziativa che spero possa avere il giusto successo sia per voi che tutti i cooperanti e che rappresenti per i visitatori un’occasione per tuffarsi in un mondo poetico alla riscoperta della nostra bistrattata natura. Il fattore “umano e relazionale” e quindi anche quello “espressivo e artistico” è sempre più condizionato oggi dalle leggi di mercato e dalla tecnica in cui viene purtroppo a mancare il collegamento emozionale che invece ho sempre trovato nei quadri di vostro padre.
Ho conosciuto vostro papà quand’ero piccolo – avevo forse 10 anni – e trascorrevo la villeggiatura ai Villini della Mendola, dove la vostra famiglia aveva una piccola struttura ricettiva. Ricordo che più di una volta lui mi prendeva con sé quando andava nei boschi con i suoi arnesi per cogliere i motivi della natura ed io talvolta potevo assisterlo porgendogli pennelli o colori.
Lo ammiravo con devozionale attenzione mentre interpretava sulla tela le emozioni che provava al cospetto delle luci e ombre che filtravano tra i rami, i tronchi e le foglie degli alberi, conferendo al quadro quasi magicamente, una plasticità e intensità espressiva sorprendenti. Sono ricordi, questi, che mi sono rimasti vivissimi e che ancor oggi passando in quei luoghi cerco di rivivere nei miei occhi e soprattutto nel mio cuore.
Gli sono ancor oggi riconoscente e grato per avermi dato il privilegio di accompagnarlo e avermi fatto vivere in prima persona, fatto piuttosto raro, la realizzazione di un’opera d’arte.
“Bolzano, dicembre 2021”